Bach, Mercadante e Puccini per la ripartenza
by on settembre 1, 2020 in News

IMG_3547(fonte www.filarmonicacampana.it)

Finalmente Sabato 4 Luglio 2020 alle ore 20.30 l’Orchestra Filarmonica Campana riapre le porte al pubblico con il concerto Appunti e Contrappunti nel bellissimo Santuario della Madonna delle Galline a Pagani, dove avverrà il primo concerto post pandemia. La voglia di tornare a far musica dal vivo per il pubblico è cresciuta sempre di più, di settimana in settimana, valutando con attenzione ogni indicazione e prescrizione di sicurezza. Così, grazie all’impegno di tutti, riapriamo le porte al pubblico, programmando il primo concerto della rassegna Back to Music 2020 che ci vedrà impegnati per l’estate intera. Ripartiamo simbolicamente dallo stesso luogo dove ci eravamo esibiti prima dell’emergenza covid19 e dove si era fermata la stagione concertistica 2019/2020, a Pagani, in uno dei Santuari più suggestivi della città. Saremo distanziati tra noi musicisti, rispettando le norme di contenimento stabilite dal protocollo per gli spettacoli di musica dal vivo e abbiamo predisposto, di comune accordo con l’Arciconfraternita del Santuario che ci ospita, anche le misure di sicurezza per accogliere, seppur in maniera ridotta, il pubblico. Il programma scelto per la serata è un omaggio alla musica tardobarocca, al contrappunto e alla scuola concertistica italiana. Aprono la serata i Concerti Brandeburghesi n. 2 e n. 4 di Johann Sebastian Bach, seguono due concerti di Saverio Mercadante, per corno e clarinetto, per concludere con Crisantemi, elegia per orchestra d’archi, di Giacomo Puccini, in ricordo di tutte le vittime del Covid19. Alla direzione il maestro Giulio Marazia, solisti quasi tutte le prime parti dell’orchestra che si alterneranno nei vari brani, i flauti Francesco Pepe e Maria Aiello, l’oboe di Giovanni Borriello, il clarinetto di Sabato Morretta, il corno Christian Di Crescenzo, la tromba di Raffaele Alfano e il violino di Alessia Avagliano. L’accesso al concerto è consentito solo su prenotazione obbligatoria e fino ad esaurimento posti scrivendo all’indirizzo mail info@filarmonicacampana.it e sarà anche trasmesso in diretta streaming sulla pagina facebook dell’orchestra e sul canale youtube. Si ringrazia, oltre l’Arciconfraternita che ci ospita, gli sponsor che hanno deciso di sostenere la serata: Farmacia VIOLANTE e OPES Danza.
«Consideriamo prioritario – afferma il direttore artistico e musicale Giulio Marazia – che la ripresa avvenga subito e con estrema positività e per farlo bisogna procedere all’insegna della gradualità e anche della concretezza. In accordo con l’Orchestra e con l’intero staff, l’indirizzo è di muoverci un passo alla volta, inizialmente con un organico strumentale piccolo per proporre programmi che possano far ritrovare al pubblico il piacere di andare ad ascoltare un concerto di musica dal vivo. Un ritorno che ci permetterà d’incontrare nuovamente il pubblico e gli affetti più cari, a cominciare da un nucleo di direttori e solisti particolarmente “amici” della Filarmonica Campana”.

Note al programma musicale:
I Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach, come gran parte della sua musica strumentale, risalgono agli anni 1717-23. L’eterogeneità esistente tra le sei composizioni nell’organico strumentale, nella successione dei movimenti e nel diverso assetto formale e stilistico è tale da non consentire una loro collocazione nelle categorie tradizionali del concerto solistico o del concerto grosso che, sovrapponendosi continuamente, si annullano l’un l’altra. Tuttavia pur nella loro diversità, «tali opere» – come osserva giustamente Basso – «costituiscono un gruppo unitario, formano una sorta di piccolo dizionario dimostrativo delle possibilità aperte al genere del concerto, inteso in un’accezione per così dire globale e universale».

Il Secondo Concerto Brandeburghese sfugge a qualsiasi forma di schematizzazione già a partire dalla strumentazione. Al ripieno degli archi infatti Bach contrappone un insolito concertino, formato da tromba piccola in fa (dalle sonorità più acute e penetranti rispetto a quella in re o in do), oboe, flauto e violino. Nel primo movimento (Allegro), l’alternanza dei soli e dei tutti non procede con la consueta e un po’ scontata regolarità delle coeve composizioni italiane. L’Andante è affidato al flauto, oboe, violino e basso continuo (Bach probabilmente rinuncia alla tromba anche per ragioni di natura pratica, ossia per consentire all’esecutore di far riposare il labbro): si passa quindi dal piano sonoro del concerto a quello della sonata a tre. Nell’Allegro assai, i principi della fuga si uniscono a quelli concertanti. Gli strumenti solisti, che in questo movimento ricoprono un ruolo decisamente più importante del ripieno, entrano in successione secondo i canoni della fuga: prima la tromba, poi l’oboe, il violino e in ultimo il flauto.

Nel Quarto Concerto Brandeburghese al ripieno orchestrale Bach contrappone un concertino formato da un violino, al quale sono affidati impegnativi interventi solistici che a stento si ritrovano nei suoi concerti per questo strumento, e due flauti con funzioni prettamente concertanti. Il Concerto si apre con un Allegro insolitamente esteso ma simmetricamente costruito su una struttura formale concentrica del tipo A-B-C-B’-A. Le solide geometrie sulle quali si basa l’intero movimento si stemperano però nella morbidezza sonora della coppia di flauti e nel carattere disteso ed avvolgente dell’invenzione tematica, sottolineato dalla giocosità di un ritmo ternario piuttosto insolito per il primo tempo di un concerto. L’Andante (mi minore) è l’unico movimento lento fra tutti i Brandeburghesi a non prevedere una riduzione dell’organico strumentale: i solisti – qui usati come gruppo unitario – e il ripieno dialogano tra loro o si sovrappongono secondo i modi tipici del concerto grosso nell’elaborazione di un nucleo motivico di sospirate crome legate a due a due, in un fascinoso gioco di effetti d’eco e di contrasti del piano dinamico. Nel Finale (Presto), così come nel Secondo Brandeburghese, i principi dello stile fugato si uniscono a quelli concertanti, sebbene in questo caso la condotta delle voci risulti essere più tesa ed articolata.
Saverio Mercadante fu allievo di Giovanni Furno, Giacomo Tritto e Nicola Antonio Zingarelli a Napoli, dove ebbe come condiscepoli Vincenzo Bellini ed il musicista patriota Piero Maroncelli. Qui esordì come compositore teatrale nel 1819, a ventiquattro anni, con “L’apoteosi d’Ercole”. Si affermò due anni dopo, nel 1821, alla Scala di Milano con “Elisa e Claudio” e, successivamente, le sue opere furono rappresentate nei maggiori centri italiani ed europei, in particolare a Vienna. Per trent’anni, dal 1840 fino alla morte avvenuta nel 1870, diresse il conservatorio di Napoli. Tratti caratteristici dello stile operistico di Mercadante, al quale non fu estraneo l’influsso di Rossini, sono la particolare elaborazione del linguaggio armonico, l’interessante e nuova tecnica di orchestrazione, la spiccata evidenza drammatica dei personaggi delle sue opere, per molti versi anticipatrice del teatro di Verdi.

Quando compone Crisantemi, originale per quartetto ma che sarà eseguito nella versione per orchestra d’archi, Giacomo Puccini ha 32 anni. Lo scrive nel 1890, in occasione della morte di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, figlio dell’allora re d’Italia Vittorio Emanuele II. Lo compone di getto, in una sola notte. Puccini, che, in questo caso, sulla morte danza, medita, e consola, ci accompagna in questo momento di tristezza con grande leggerezza caratterizzata da una melodia dai suoni delicati e raccolti in un’atmosfera di ricordo commosso che ci dà la possibilità di andare oltre la disperazione.

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