Il riscatto napoletano arriva in palcoscenico sotto forma di varietà, un genere che è diventanto negli anni un un fenomeno culturale autonomo per originalità di idee, stimolanti confronti e provocazioni, commistioni di linguaggi che hanno talvolta cambiato la fisionomia del teatro in Europa. Storie di orgoglio e di rivalsa di un popolo che mai si rassegna davanti alle difficoltà, un popolo che rivendica dignità, coraggio, lealtà, orgoglio e soprattutto amore, e proprio questi sentimenti li porta avanti come un treno divenuto inarrestabile davanti agli occhi increduli e stupiti di tutto il mondo. Uno spettacolo che ha come grande testimone di questo mondo così ricco Raffaele Viviani ed Eduardo De Filippo e il loro teatro, le loro parole e il loro canto scenico, privilegiando così quella parte che nasceva o si sviluppava in quel vitalissimo giacimento culturale e musicale che, per il Varietà, erano la Napoli dei quartieri e quella parallela, urbana, aperta alla influenza e alle commistioni con il Varietà europeo. Uno spettacolo avvincente che racconta la forza di Napoli attraverso la sua maschera più famosa. Un viaggio fatto di visioni ossessive e di solitudini che viene rimodulato secondo la fonetica di una partitura breve fatta di quadrature e dissonanze sia musicali che emotive. Un mondo che si moltiplica nelle ombre che gli si muovono intorno, un rifugio di suoni lontani, di voci arricchite dal mare. Una Napoli “di un altro tempo”, impenetrabile, indistinta, diradata in scena, da superfici che ne opacizzano il senso e le forme. All’interno del contesto narrativo e musicale, l’eccezionalità estetico tonale dei personaggi coinvolti rappresenta l’ideale misura espressiva per coniugare il crudo realismo di Viviani e De Filippo con la sospensione onirica che la “Musica” del secolo d’oro napoletano tende ad evocare. La loro voce immortale, le gestualità esasperate, sono elementi ancora vivi che affascinano e al tempo stesso “gravano” su chiunque si appresti a mettere in scena dei loro drammi. C’era in quegli anni (come c’è oggi) un forte desiderio di cambiamento, di mettere in discussione con ironia, con lo scherzo, con la sorpresa, con il distacco anche malinconico, talvolta con la satira, lo stesso fare teatro. Gli elementi tipici di questo “teatro della vita” vengono dunque estratti e astratti: sentimenti di vita vissuta, odori e sapori, le stesse parole dei poeti e le note dei compositori, non scompaiono del tutto ma vengono inseriti in un contesto nuovo, fatto di corpi in movimento, di gesti simbolici e atmosfere rarefatte. Un documento artistico, un’eloquente e completa piccola enciclopedia su tutto ciò che a Napoli si tramuta in musica e in teatro, dall’amore alla preghiera, dalla attività commerciale all’arte di sopravvivere, dall’invettiva alla denuncia sociale. Il Segreto di Pulcinella è un varietà, uno spettacolo che accanto al “divertimento”, si riallaccia emblematicamente agli interrogativi che oggi una parte del teatro si va ponendo sul rapporto con le tecnologie più avanzate e con gli altri mezzi di comunicazione artistici e tecnici; ma anche all’urgente necessità per tutti noi di «non stare alla finestra ma sulla strada», per il futuro di questo mestiere.
Orchestra Filarmonica Campana
Attori Carmine De Pascale, Dina Pagano
Voci Antonio Scutiero, Luana Lombardi
Direttore Giulio Marazia
Poesie e parole di Raffaele Viviani ed Eduardo De Filippo
Musiche di Autori Vari
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